Questa mattina, alzatici di buon’ora alle 7, prima della colazione, ci siamo concessi un lauto pasto per quella che sembrava essere l’ultima — e meno faticosa — tappa prima di giungere in Piazza San Pietro.
O così sembrava, perché, subito dopo essere partiti, ci siamo trovati ad affrontare un’insolita fila di automobilisti arrabbiati di buon mattino e le loro autovetture (descrizione elegante per definire il traffico del centro Italia). Ma, ovviamente, fra questo via vai di macchine abbiamo trovato una fantastica cappellina dedicata a Sant’Ignazio, fondatore della comunità dei gesuiti.
Dopo una classica raccolta fotografica, firmata don Davide, ci siamo incamminati attraverso un lungo tratto di strada delimitata, a tratti, da edifici bassi e variopinti e, a tratti, da pinete di pini marittimi — anche se del mare, manco l’ombra.
Alle ore 9:00 abbiamo iniziato il nostro esercizio spirituale quotidiano, meditando su una bellissima frase che Gesù disse ai suoi primi quattro apostoli: Simon Pietro, Andrea, Giacomo e Giovanni, invitandoli a diventare dei veri e propri “pescatori di uomini”.
Incuranti del fatto che il cammino della nostra vita ci avrebbe portato in una palude, abbiamo perso parecchi calzini in quella che era, in tutto e per tutto, una piscina naturale, con parecchi centimetri di fango sul fondo.
Una volta superata la palude e raggiunto il percorso asfaltato, abbiamo dovuto affrontare ciò che definirei un 9C (il livello più difficile di arrampicata). Se avessimo saputo prima che avremmo dovuto affrontare qualcosa del genere, avremmo portato corda, rinvii e magnesite.
Ma poi abbiamo visto la luce in fondo al tunnel — o meglio, la vetta del monte — e abbiamo iniziato a camminare su un lungo tratto di asfalto.
Arrivati al Monte Mario, ci siamo fermati per aspettare i nostri chiudi-fila e per prepararci alla nostra entrata trionfale a Roma.
Dalle ore 11 in poi, la temperatura, come era prevedibile, è passata da 26 a 29 gradi, e noi abbiamo compreso a fondo cosa provi una cotoletta in padella.
Giunti finalmente alle porte di Piazza San Pietro, siamo stati accolti dal cardinale Arrigo Miglio che, dopo averci dato la benedizione nella piccola chiesa di San Pellegrino, ci ha augurato un buon soggiorno a Roma.
Entrati in Piazza San Pietro, ci siamo diretti a ritirare il timbro e, dopo aver raggiunto i nostri alloggi, abbiamo fatto pranzo con degli ottimi panini preparati con golosi, rinomati e diversi ingredienti.
La prima metà del pomeriggio è stata trascorsa in totale riposo, prima di dirigerci nella bellissima Chiesa Nuova di Santa Maria in Vallicella.
Lì abbiamo celebrato la Messa col vescovo Edoardo nella cappella dedicata a San Filippo Neri (molto ben decorata, con variopinti marmi e pietre). Proprio il vescovo Edoardo aveva dato inizio al pellegrinaggio nel 2022, in Cattedrale a Ivrea.
Conclusasi la celebrazione, ci siamo diretti verso la trattoria scelta e abbiamo consumato la nostra cena a base di amatriciana e carbonara.
Domani entreremo finalmente in San Pietro, dove si concluderà definitivamente il nostro cammino.
In realtà, oggi abbiamo riflettuto — grazie al Vangelo — che, più che una fine, sarà un vero e proprio nuovo inizio, seguendo l’invito di Gesù a diventare pescatori di uomini.
ROMA, 4 settembre 2025


